Verso il Congresso tematico di ALI

Questo week end a Napoli si celebrerà il primo congresso tematico di ALI, unico erede di idee e persone del fu Fermare il Declino a conduzione Giannino. Tra i temi in cantiere, che verranno discussi con autorevoli esponenti di Scelta Civica, diritti civili, Europa, fisco e riforme istutuzionali. Quest’ultimo il tema cui ovviamente siamo più interessati.

La specifica mozione congressuale, presentata a una settimana dall’apertura dei lavori, appare focalizzata su cinque elementi: riforma del senato in senso federale (con implicata revisione del Titolo V), abolizione delle Province, elezione diretta del Presidente della Repubblica (non si specifica in quale assetto istituzionale), semplificazione normativa e applicazione dei diritti costituzionali a tutela del contribuente.

Il breve testo rappresenenta un valido punto di partenza ma è necessario che produca idee nuove e dirompenti, per almeno due ragioni: da un lato, questi temi fanno già parte a pieno titolo della vulgata renziana (sempre che non siano destinati a restare uno slogan elettorale), sicché diventa difficile intendere la ragione per la quale un elettore dovrebbe preferire la versione di ALI a quella di Renzi; dall’altra —ed è questo a nostro avviso il tema centrale — tali misure appaiono del tutto insufficienti alla seria esigenza di modernizzazione di uno Stato in grave ritardo rispetto ai principali partners UE in termini di sviluppo economico e afflitto da vistosi problemi strutturali nel funzionamento delle sue istituzioni e della stessa PA.

Ci lascia davvero sopresi, peraltro, che queste riforme siano presentate da Renzi come di rilevanza epocale in confronto all’approccio “col cacciavite” dei 10 mesi di Enrico Letta, così come appare del tutto misterioso in che modo Renzi possa ritenere che l’avvicinamento delle architetture istituzionali italiane a quelle francesi o tedesche possa determinare un così vistoso cambio di passo tale da colmare un gap strutturale misurabile in quasi vent’anni.
Siamo così sicuri, ad esempio, che se un extraterrestre sbarcasse in Italia, sarebbe in grado di distinguere tra una repubblica parlamentare rappresentativa e una diretta, una bicamerale perfetta e una imperfetta, una presidenziale all’americana e una semipresidenziale alla fracese? Sollevando la prospettiva di osservazione, non appare del tutto evidente che stiamo continuando a parlare di processi di fine-tuning, mentre il sistema necessita di riforme molto più radicali per colmare il ritardo accumulato?

È qui che, a nostro avviso, dovrebbe puntare la riflessione di ALI: elaborare una proposta che agisca in maniera radicale sulla forma dello stato. In questo modo non solo si promuoverebbe una riflessione per una innovazione sostanziale delle architetture istutuzionali, ma si trasmetterebbe all’elettore un potente e rivoluzionario messaggio di cambiamento alternativo a quello populista e spesso privo di contenuto che trova ampio spazio nei palinsesti televisivi e nelle piazze.

Scelta Civica e ALI rappresentano un’élite culturale. Poiché anche noi riteniamo che «solo le aristocrazie e le minoranze sanno realizzare la democrazia» (P.Gobetti, La Rivoluzione Liberale,135.) auguriamo a tutti i partecipanti ai lavori congressuali di riuscire a produrre idee e coraggiose e a farle diventare il cuore di una seria proposta politica.

Polidori

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