Cosa c’è “Oltre la Democrazia”?

Per quasi due anni Forma ha portato questo scomodo sottotitolo. Trovandolo in tutti gli articoli, sul blog e sui social media, molti hanno intuitivamente pensato ad un gruppo di tecnocrati, o di “neofascisti in salsa elitaria”, magari qualcuno anche a un manipolo di monarchici. In realtà chi ha seguito il nostro percorso in tutti questi mesi avrà capito che per noi “oltre la democrazia” c’è solo altra democrazia, ma vera, realizzata, compiuta. Mossi dalla ferma convinzione che solo un cambiamento radicale dello Stato possa aiutare l’Italia a colmare il consistente ritardo nei confronti dei principali partner dell’UE, abbiamo cercato di pensare a qualcosa di realmente innovativo.

A complemento della pubblicazione dello scorso settembre, da qualche settimana abbiamo inserito sulla nostra home page una sezione dedicata a riassumere in termini semplici la nostra visione dello stato europeo del terzo millennio, una macchina agile, integrata nei complessi meccanismi dell’Unione e fondata sul rapporto dialettico tra principio di rappresentanza e principio di competenza. L’abbiamo chiamata dynamic polyarchy (poliarchìa dinamica), per esprimere sinteticamente un modo completamente nuovo di pensare alle architetture dello Stato e ai suoi modelli operativi e decisionali.

Uno dei concetti-cardine su cui si fonda questo disegno è un nuovo sistema di “pesi e contrappesi” (checks and balances), ciò che garantisce in un sistema democratico che ogni attore istituzionale abbia il proprio potere limitato e bilanciato da quello di un altro e che sembra drammaticamente assente nel recente quadro di riforme. Fino ad oggi il criterio sottostante tale meccanismo è stato quello settecentesco della divisione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario). Storicamente — e specialmente in Italia — tale divisione ha costituito un efficiente mezzo di garanzia democratica ma ha parallelamente determinato una progressiva paralisi delle istituzioni, bloccate dalle farragini procedurali e dai possibili veti incrociati (con relativi ricatti politici) che tale sistema comporta. Il risultato è stato il progressivo esautoramento di fatto del Parlamento dalle sue funzioni a favore del Governo e degli strumenti del Decreto Legge e della Fiducia.

Nella nostra proposta non sono i poteri ad essere divisi ma i processi, cioè le diverse fasi di un’operazione, specialmente quelle legate alla produzione e applicazione di un nuovo testo legislativo (proposta, discussione, approvazione, emanazione dei regolamenti attuativi). Polyarchy significa dunque che esistono diversi attori all’interno di ciascuno dei poteri (ad es. nel processo legislativo), alcuni dei quali sono espressione del principio di rappresentaza (sono quindi eletti a suffragio universale), altri di quello di competenza (cioè tecnici, esperti di un certo settore). D’altro canto, è possibile che lo stesso attore detenga un segmento di più poteri (tipicamente legislativo ed esecutivo), garantendo così una maggiore integrazione e linearità tra l’azione legislativa e il livello amministrativo.

Un’altra sostanziale innovazione riguarda la fase esecutiva. Fino ad oggi abbiamo visto strutture rigide costituite da dicasteri i cui ministri sono ordinariamente frutto di nomine politiche. Nella proposta di Forma la compagine di governo è elastica e si adatta di volta in volta a seconda dei problemi da trattare. Il regista di tale sistema dinamico è ciò che abbiamo definito “Ontology Box”, una struttura di natura esclusivamente tecnica che si serve dei migliori strumenti disponibili nella scienza delle Ontologie per circoscrivere il perimetro dei problemi, individuare la competenza e trasformarla in operatività.

La dynamic polyarchy costituisce una proposta efficace e innovativa alle esigenze di uno Stato del terzo millennio, profondamente diverso da quelli sorti nel dopoguerra e fondato su rapidità di azione, integrazione tra livello amministrativo e livello politico, trasparenza di tutti i processi e accountability degli attori istituzionali. È un modo nuovo per guardare al futuro, un’idea disponibile a chiunque vorrà farsene promotore.

 

Polidori

 

Taggato con: , , ,

Lascia un commento