E ora? (L’Italia ai tempi del grillismo)
Dopo l’abbuffata di dati e sensazioni degli ultimi giorni, ho voluto attendere un po’ per far sedimentare le idee e poter osservare gli scenari che si profilano da una prospettiva più alta e distaccata, come nel metodo consueto di FORMA.
Al di là di quali potranno essere gli sviluppi immediati (Große Koalition / governo di scopo / interventi costituzionali e nuovo voto), trovo interessante soffermarmi su almeno un paio di punti. Il primo è apparentemente positivo, ed è la dichiarazione del M5S a votare non le persone o le alleanze ma le idee.
Questa prassi, piuttosto inedita, può sorprendere positivamente, sebbene trovi la nostra Costituzione in qualche modo disarmata a fronteggiarla, visto che comunque bisogna passare per un voto di fiducia al Senato con tutti i problemi del caso. Tuttavia, benché il concetto che le idee siano ben più importanti delle generiche alleanze possa essere condivisibile, quando si scende nel dettaglio delle idee, emergono i limiti di un movimento sua ipsa natura popolare (populista?). Dei 16 punti della “Agenda Grillo”, infatti, ciò che non è irrilevante può essere dannoso. Vediamo il dettaglio:
1 – Legge anticorruzione
2 – Reddito di cittadinanza
3 – Abolizione dei contributi pubblici ai partiti (retroattivi da queste elezioni)
4 – Abolizione immediata dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali
5 – Introduzione del referendum propositivo e senza quorum
6 – Referendum sulla permanenza nell’euro
7 – Obbligatorietà della discussione di ogni legge di iniziativa popolare in Parlamento con voto palese
8 – Una sola rete televisiva pubblica, senza pubblicità, indipendente dai partiti
9 – Elezione diretta dei candidati alla Camera o al Senato
10 – Istituzione di un politometro per la verifica di arricchimenti illeciti da parte della classe politica negli ultimi vent’anni
11 – Massimo di due mandati elettivi
12 – Legge sul conflitto di interesse
13 – Misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa sul modello francese
14 – Ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola pubblica con tagli alle Grandi Opere Inutili come la Tav
15 – Informatizzazione e semplificazione dello Stato
16 – Accesso gratuito alla Rete per cittadinanza
La legge anticorruzione (punto 1) è stata già varata dal governo Monti ed è in vigore da Novembre (QUI il testo). Si può fare meglio? Aspettiamo proposte concrete.
I punti 3, 4, 8, 10 potrebbero anche essere condivisibili, ma fanno risparmiare allo stato briciole (circa 170 mln il finanziamento pubblico per quest’ultima mandata elettorale, ancor meno quello per i giornali), il punto 8 ha costi e non guadagni e il 10 è manifestamente uno specchietto per le allodole (anche piuttosto becero) di dubbia utilità.
A fronte di questi abbiamo punti che costerebbero allo stato cifre astronomiche: punti 2 e 13, di cui non si indica alcuna copertura.
Ma c’è di ben peggio: il solo punto 6 (referendum per rimanere nell’Euro) ha un enorme potere destabilizzante, e vale la pena ricordare che i soli 50 punti di aumento di spread causati dalla vittoria sostanziale di Grillo, pesano su un bilancio annuale esattamente 4 mld, cioè più di 10 volte quello che le brillanti idee grilline farebbero risparmiare. Ma c’è da aspettarsi che di fronte a un governo basato sull’assenza di una politica economica seria lo spread tornerà rapidamente ai livelli di novembre 2011, vanificando il lavoro (buono o cattivo che sia) del governo Monti e riportandoci sull’orlo del default.
L’enorme peso che il programma sintetico del M5S attribuisce alla democrazia diretta (punti 5-6-7), d’altronde, rappresenta bene la natura del movimento, come se in una situazione di crisi soprattutto finanziaria (e ora anche economica) fosse lo spirito illuminato della casalinga di Voghera a poter risolvere i guai. Questa superficialità devastante è stata immediatamente capita dai mercati, che hanno prontamente festeggiato la vittoria grillina facendo evaporare circa 4 mld (-5%), un antipasto di ciò che potrebbe accadere se veramente le follie grilline trovassero cittadinanza nel breve termine.
Senza soffermarsi sulle proposte generiche (15) o irrilevanti (16), di questi sedici punti io terrei solo il 12 e (con le pinze) il 9. Per tornare a votare – e dunque per formare un governo – è necessario infatti dotarsi di una legge che risolva il conflitto d’interesse e una nuova legge elettorale. In questo senso la presenza del M5S in parlamento è positiva perché in qualche modo può obbligare i due schieramenti a prendere posizione almeno su questi due punti. L’idea di un governo Bersani “di scopo”, in altre parole, potrebbe trovare sponda nel M5S.
L’altro punto su cui vale la pena riflettere brevemente è l’eredità del governo Monti. Il Professore, pur con tutte le imperfezioni del caso (su tutte una certa brutalità orizzontale dell’IMU e i guai della riforma Fornero sul lavoro) aveva dimezzato lo spread e, soprattutto, dotato l’Italia di un meccanismo europeo (scudo anti-spread e euro-bond) in grado di fronteggiare le future emergenze finanziarie. Sul conto economico dell’Italia queste misure, unite alla riforma delle pensioni, valgono più di 40 mld, un obiettivo che a memoria non è mai stato raggiunto da nessun governo nella storia della Repubblica in un periodo così breve. Per intenderci, la relazione quantitativa tra quanto conseguito dal governo Monti e quanto promesso dal M5S è quella tra un campo di calcio e una pallina da golf.
Un italiano su dieci l’ha capito, 9 su 10 hanno preferito gli slogan elettorali. Se non vado errando, qualcosa del genere era già successo:
Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». (Lc, 17-11:19)
Il problema è che questa volta non si salva neanche il decimo.
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