Uno vale uno

È ancora abbastanza fresco nella memoria degli italiani il ricordo di quell’estate 2012 in cui il governo Monti varò un piano di salvataggio per il Monte dei Paschi di Siena in crisi di liquidità per le note vicende legate alla sua malagestione nell’affaire Antonveneta.

Ricordiamo pure come la vulgata – grillina prima, berlusconiana poi – fosse più o meno la seguente: “attenzione, elettori. Il prof. Monti ha istituito l’IMU sulla prima casa, per un gettito di circa 4 mld, al solo scopo di fare un regalo a MPS pari allo stesso valore”. Il caso voleva, infatti, che l’importo dei cd. Monti Bond fosse di circa 4 mld.

Il resto è storia. La campagna mediatica contro Monti, unita alle scarsissime capacità di comunicazione di quest’ultimo, ne determinarono la caduta prima che il governo potesse intervenire sui delicati equilibri di potere (dalla burocrazia ai costi della politica) per i quali la “strana maggioranza” voleva decidere da sé.

Oggi scopriamo ciò che già si sapeva e avevamo detto a suo tempo: il Tesoro, come titolano tutti i giornali, sta guadagnando circa mezzo miliardo di interessi dai Monti Bond. Non solo, dunque, questo strumento creato ad hoc ha consentito il salvataggio di MPS, ma ha garantito allo Stato un introito di entità non trascurabile (giusto per avere un’idea, l’ultimo aumento IVA dal 21 al 22% valse circa 1 mld).

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Mese dopo mese, dunque, appare sempre più evidente come la politica, in maniera del tutto trasversale, si sia servita di Monti per varare riforme necessarie e impopolari per poi liberarsene alle prime avvisaglie di assalto ai propri privilegi. L’Italia, infatti, era l’unica nazione occidentale di economia avanzata a non conoscere una forma di tassazione sulla proprietà immobiliare, come pure l’unica nazione con elevatissima speranza di vita (miracoli della dieta mediterranea più che del SSN, si dirà) ad avere un sistema pensionistico ancorato alle logiche del millennio precedente. La riforma Fornero, in un colpo solo, ha dotato l’Italia di un sistema pensionistico più equo, moderno e sostenibile. La rinnovata credibilità che questa riforma ha contribuito ad attribuire all’Italia in ottica UE è stata determinante nello scontro in cui Draghi e lo stesso Monti hanno strappato alla signora Merkel la possibilità da parte della BCE di ricorrere “ad ogni mezzo necessario” per salvare gli stati membri in crisi di liquidità.  In poche parole, se lo spread BTP-Bund ė calato dal Nov 2011 ad oggi di ben 350 e passa punti base, consentendo alle casse dello Stato di spendere subito 20 mld in meno di interessi (ma potenzialmente fino a 40 mld l’anno di risparmio), e al governo successivo di “campicchiare” facendo poco più del nulla, ciò si deve a quei pochi mesi di governo Monti, il peggior comunicatore degli ultimi anni, e il miglior governo della storia della Repubblica.

Ma quanto avranno imparato gli elettori da questa storia? A giudicare i sondaggi, ben poco. Del resto l’elettore grillino tende a non leggere i giornali, o a non leggere affatto. La Rete, infatti (la R maiuscola è maiestatis causa) tende ad amare di più la notizia a base di Bilderberg e complotto pluto-giudeo-massonico (tralasciamo le scie chimiche) che non quelle in cui si guardano noiosi dati di bilancio. Tuttavia in democrazia “uno vale uno”, come sanno bene tutti i venditori di pentole che calcano le scene della politica,  e se la  maggioranza di “uni” è sostanzialmente disinformata e incapace di pensiero critico, allora è il caso di rendersi conto che abbiamo un problema.

 

Polidori

 

 

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