Un’occhiata allo specchietto prima di andare avanti

Ripresici tutti dalle opportune voluttà alimentari peri-natalizie, qualche pillola di 2014 visto in ottica Formista.

Politica interna
Dopo mesi di slogan, i nodi stanno venendo al pettine sotto forma di numeri. Dalla Legge di Stabilità emerge una pressione fiscale immutata e una spesa corrente cresciuta di più di 7 punti. Risultato: più debito, meno credibilità. Fossimo ancora in quell’estate 2011 non sarebbe stato posibile rifinanziare il debito. Alcune misure vanno nel verso opposto a quello richiesto (aumento IRAP), altre sono velleitarie (taglio delle partecipate ma senza sanzioni per le amministrazioni che non lo faranno). Le Riforme sono ancora in cantiere, col rischio di trovarsi con una legge elettorale pensata per il nuovo Senato prima che questo esista (semmai esisterà) e conseguente maggioranze schizofreniche tra le due Camere.
Ma ci sono anche altri numeri. Nei sondaggi la luna di miele di Renzi è finita. Anche i beneficiari degli 80 euro hanno appena pagato acconti IRPEF fino al 105% (sic!) e IMU-TASI mentre la stampa raccontava quale parte di tanti balzelli andava a finanziare i vari Expo-Mose-Mafia Capitale. Il recente giro di depenalizzazioni non sembra alimentare il senso di giustizia di cui la cittadinanza avverte un crescente bisogno, e la somma di questi fattori fa pensare che le elezioni potrebbero avvicinarsi, mentre c’è chi, come Salvini, è già in campagna elettorale.

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Politica estera
Marò: come era lecito attendersi, il duo Mogherini-Pinotti non ha prodotto alcun risultato tangibile. I due fucilieri sono ancora sequestrati (dopo quanti anni?) contro ogni norma di diritto internazionale. Inutile dire che se fossero stati americani avrebbero già mandato i marines due giorni dopo. L’India più semplicemente si fa beffa dell’Italia, questo è quanto.
Semestre europeo: non pervenuto. L’impatto dell’azione italiana appare impalpabile, etereo, ectoplasmico. Abbiamo fatto qualcosa? Almeno c’eravamo?
Libia: nonostante lo storico legame e i forti interessi economici italiani, nulla è stato fatto per evitare che la Libia entrasse nel caos di una guerra civile, né sembra che l’ombra del Califfato ormai sulle spiagge davanti Lampedusa abbia determinato una qualche forma di reazione della Farnesina, troppo occupata a finanziare il terrorismo attraverso il pagamento in cambio di ostaggi per occuparsi di cose serie.

Scenario globale
Presidenza Juncker: da premier stringeva accordi privati per costruire paradisi fiscali dentro l’Unione Europea, adesso vuole farci credere di essersi convertito alla vulgata del FMI. Intanto qui la tassazine media alle imprese sfiora il 70%, in Lussemburgo ci si accordava per l’1%, e poi ci meravigliamo che in Italia le imprese fuggono. I maxi interventi promessi si basano in lara parte su non meglio precisati e del tutto ipotetici “effetti leva”. Di certo nessuno ad oggi ha visto i 300 mld necessari al piano Juncker.
Russia: l’unica notizia parzialmente positiva potrebbe venire da un sussulto di orgoglio del governo Obama. La Casa Bianca non deve aver gradito il Risiko di Mosca in Crimea prima e in Ucraina orientale ora, né l’accordo per la fornitura di gas alla Cina. Il crollo del prezzo del petrolio e del rublo sembrano conseguenza di precise manovre per far capire che gli USA sono ancora in grado di esercitare il “soft power”.
USA: conl’economia in ripresa rapida, alcuni teoremi che davano per morto e sopolto il keynesismo potrebbero essere rivisti. Ancora non è chiaro, invece, se shale gas e shale oil costituiranno una solida alternativa alle fonti non rinnovabili tradizionali.

Forma
Per noi è stato un anno travagliato. Il progetto di un’ontologia dell’F35 è rimasto e rimarrà sostanzialmente incompiuto per la sua inattesa complessità. L’esperienza ci ha tuttavia mostrato quali sono i limiti e le più ragionevoli modalità operative dell’Ontology Box, e di come il tempo possa far diventare quadri-dimensionale un’ontologia che fino a un attimo prima si credeva bi- o tridimensionale. Da qui dovremmo ripartire per formulare una proposta più matura del nostro impegno per le riforme istituzionali.

Polidori

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